Come annaffiare le orchidee: il metodo giapponese

Annaffiare (o innaffiare) le orchidee costituisce un passaggio fondamentale per la giusta costituzione e la cura di questi bellissimi quanto apparentemente complicati fiori, al punto che negli ultimi anni è divenuta molto comune una forma di tecnica di origine asiatica (e chiamata spesso anche giapponese) che porta a fornire a queste piante il giusto corrispettivo di umidità.

Umidità che è la parola chiave, condizione problematica perchè le orchidee non sono piante totalmente “domesticate” e quindi effettivamente legate al contesto urbano, pur dopo secoli dalla loro forma di scoperta umana. Restano sempre un “po’ selvatiche” , infatti la maggior parte delle orchidee che comprendono vari gruppi sono effettivamente non coltivabili in condizioni “umane”.

Orchidee (quasi) selvatiche

Come innaffiare le orchidee? Sono piante abituate a contesti ambientali particolari, mediamente umidi come quelli tropicali, anche se sono abbastanza adattive nelle loro specifiche varianti presenti anche in Italia, queste necessitano di un ambiente mediamente “stabile” sia per perseverare la loro buona salute ma anche per garantire una buona capacità di risposta.

Infatti le orchidee in molti casi sono in grado anche di trovare nutrimento attraverso le radici aeree, mentre alcune orchidee sono addirittura in grado di attingere elementi di nutrizione dai piccoli animali come gli insetti che si decompongono. Quelle domesticate hanno bisogno di un substrato ed un terriccio definito molto drenante, che imita al meglio il terreno naturale.

Come innaffiare

Come e quando annaffiare le orchidee prevede quindi attenzione e differenza tra le varie stagioni, cambia la frequenza naturalmente ma anche la metodologia rispetto alla maggior parte delle altre specie. Bagnare direttamente il substrato quindi il terreno non è sempre un tipo di azione consigliabile ad occhi chiusi, anzi conviene adottare il metodo di immersione.

  • Sostanzialmente bisogna munirsi di una bacinella con acqua a temperatura ambiente
  • In questo contenitore va immerso il vaso con tutta la pianta per circa una decina di minuti o fino a quando le bollicine smettono di salire
  • Dopodichè dobbiamo tenere in vaso a “sgocciolare” in una posizione elevata fino alla fine

Questo è il sistema per molti migliore possibile da adottare perchè simula per quanto possibile, la condizione naturale della pianta che vive in ambiti particolarmente piovosi ma solo in determinati periodi dell’anno. Allo stesso modo è importante capire quanto spesso la pianta ha bisogno di acqua, generalmente basta “tastare” il substrato fino a qualche cm di profondità.

In estate però può essere necessario immergere il vaso anche una volta a settimana, in inverno questo si riduce in modo importante fino anche a 1 o 2 volte al mese, ricordando che l’orchidea ha bisogno di un ambiente mite e di un grado di umidità che non dovrebbe scendere sott il 65 %. Può essere una buona idea durante la stagione secca nebulizzare leggermente le foglie.

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